L’uomo VitruviaNerd

Coniglio Vitruviano

Sì, ma ditemi che cazzo vuol dire essere nerd, oggi?

Compagni! Inutile che facciate finta che sia tutto chiaro. Fino a qualche anno fa, linguisticamente si faceva fatica a inquadrare il termine nell’italo vernacolo, e sociologicamente era lo stesso.

Se professate di aver subito angherie a scuola per il vostro essere nerd mentite o avete una falsa memoria. A scuola le prepotenze le subivo, ma non perché ero nerd, perché ero strambo. Magari una qualità chiama l’altra, ma non è un requisito necessario. I film americani già ce ne parlavano, ma c’era un altro contesto, altre leggi che parlano di fenomeni differenti. Di un mezzo continente con un enorme Red State in mezzo popolato dall’equivalente meno avanzato dell’uomo del Similaun, dai consumi culturali ridotti al minimo, ad esempio, o dove un adeguato sistema di borse di studio per alimentare il business dello sport legittima chi ha dedicato la vita ad attività che stanno agli antipodi del consumo culturale, e tutto il resto è il diverso.

Da noi è diverso. Non puoi perseguitare qualcosa di sconosciuto e poco comprensibile. Qualche anno quando si cercava di importare sulla Tv generalista il format La Pupa e il Secchione si era pure costretti a ricorrere a traduzioni blande per localizzare Beauty and the Geek, nel timore che il largo pubblico non capisse: oggi ho i miei dubbi che il problema si porrebbe.

Oggi in qualche modo sono tutti nerd. Sono tutti nerd perché guardano i telefilm con gli zombie e i film con i supereroi, anche quando un fumetto non l’abbiamo mai toccato di striscio, e The Big Bang Theory – anche se più va avanti, meno nerd diventa, e non c’entra l’aumenta percentuale di personaggi di sesso femminile.

È giusto così, perché alla fine il nerd è semplicemente uno che ha investito talmente tanto in quello che vede, che legge, che ascolta, che gioca che è diventato una sostanza viva del ricordo al punto che si sono imparate tante cose dalla mamma quante dal Terminator.

Però è anche tutto molto brutto, perché così tante cose sono diventate nerd che la questione ha perso di fascino, significato e dedizione. La libertà di diventare grassi con felpe imbarazzanti addosso e poter emergere dalle fumetterie come se la cosa non vi riguardasse vi ha resi troppo compiacenti; oppure, peggio, avete tradito le vostre origini dal fango e vi siete rifatti la patina postintellettuale come hipster, rivendicando di essere diversi da tutti, ma uguali a tutti gli altri con le espadrilla.

Eppure già da prima che i nerd venissero chiamati nerd, la vostra cifra era portare con voi il disagio. Il mistero di una dedizione estrema  alle storie e alle faccende che vi animano l’immaginazione che non può non essere considerata strana dai normali. Non siete costretti a sprofondare nella sgradevolezza e tornare a puzzare quando vi muovete con la comitiva dei Larpers amici vostri, anzi, se siete dei dork adorabili e riuscite a portare il Messaggio mescolandovi agli altri, meglio. Ma il disturbo va portato sempre con sé, insieme alla serietà di consultazione delle fonti e alla volontà di non adagiarsi sulle robe che tutti dicono “Ah-ah che ridere, nerdissimo”, altrimenti finisce che vi fate risucchiare nella normalità, e la normalità simboleggia tutto ciò che noi odiamo, la noia. Non avete bisogno di portare le barbe lunghe per dimostrare che siete all’altezza, ma la dedicazione alle cose vostre no, non la dovete perdere.

Oggi vi chiamo a difendere il primato. Essere nerd richiede serietà e rispetto per le proprie tare psichiche. Avete una missione. Ricordare ai normali che esiste altro, al di là dell’orizonte del grigiore della normalità. Magari è peggio, sicuramente è più bizzarro, ma almeno è diverso.

Diffondete il vero messaggio. Diffondete la  #RevolutioNerd.

Hasta la Coneja

 

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"Un coniglio grande e possente. Suoi simboli sono il martello onniveggente e la falce vendicativa." - UrbanDictionary.com -

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